La Comunità di Pratica n. 3 (di seguito COP 3) del Progetto Sports Community ha come focus quello di incentivare la pratica sportiva nelle scuole e nelle università, legando l’educazione al benessere psico-fisico dei cittadini utilizzando lo sport come volano per la crescita individuale.
Partendo dall’analisi del contesto, che vede in Italia la presenza di un tema strutturale legato alla mancanza di un Piano per lo Sport Giovanile che tenga insieme Scuola e Università e ponga le basi di una cultura dello sport e del movimento, la COP 3 ha analizzato le criticità all’interno di spazi scolastici e universitari ponendo particolare attenzione al triangolo educativo “Famiglia-Tecnico-Docente”.
Tra le iniziative, la figura dello Smart Sport Counselor, identificata per promuovere l’attività fisica e aiutare gli studenti ad orientarsi nella scelta dello sport giusto per loro, potrebbe fungere anche da raccordo per agevolare un confronto diretto e sinergico tra le componenti del “triangolo educativo”.
Abbiamo intervistato il Prof. Manuel Onorati, Docente AC Sviluppo e gestione delle Risorse Umane presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e Presidente di CUS Roma Tor Vergata, Referente della Comunità di Pratica n. 3 del Progetto Sports Community.
Professor Onorati, ogni tavola rotonda del Progetto (in totale 5) mira a raggiungere obiettivi concreti coinvolgendo almeno 10 rappresentanti e oltre 100 stakeholder attraverso interviste, questionari, partecipazioni a incontri ed eventi: quali sono quelli sui quali si concentra la COP 3?
La Comunità di Pratica n. 3 del Progetto Sports Community si concentra su come favorire l’attività fisica tra gli studenti nelle scuole e nelle università.
I nostri obiettivi principali sono:
- Promuovere l’attività fisica come stile di vita sano incoraggiando gli studenti a fare movimento regolarmente e adottare abitudini salutari che li accompagneranno per tutta la vita;
- Collegare l’educazione al benessere psico-fisico, in quanto vediamo lo sport come uno strumento per migliorare il benessere generale degli studenti sia a livello fisico che mentale;
- Utilizzare lo sport come trampolino di lancio per la crescita individuale poiché lo sport può insegnare agli studenti valori importanti come la disciplina, il lavoro di squadra e la perseveranza, applicabili in tutti gli ambiti della vita.
Per raggiungere questi obiettivi, la Comunità di Pratica n. 3 sta implementando diverse iniziative, tra cui creare la figura professionale dello Smart Sport Counselor, un punto di riferimento per gli stakeholder del “triangolo educativo” (insegnanti, allenatori sportivi e famiglie). Si occuperanno di promuovere l’attività fisica e di aiutare gli studenti a scegliere e praticare lo sport giusto.
Sviluppare un Kit dello Smart Sport Counselor che fornirà strumenti e risorse per organizzare workshop e attività nelle scuole, formare gli Smart Sport Counselor e coinvolgere le famiglie. Creare un percorso formativo per gli Smart Sport Counselor erogato a OPES, fornendo ai partecipanti le competenze necessarie per svolgere efficacemente il loro ruolo. Promuovere lo storytelling come strumento di engagement riportando storie di successo ed esempi di campioni sportivi per coinvolgere giovani e famiglie e promuovere una cultura dello sport.
Quali sono le principali sfide che le scuole e le università italiane affrontano nella promozione dell’attività fisica?
Le scuole e le università italiane incontrano diverse sfide nel promuovere l’attività fisica, tra cui infrastrutture inadeguate in quanto molte scuole e università non dispongono di strutture sportive adeguate, come palestre o campi da gioco, limitando le possibilità di fare attività fisica.
Carenza di personale qualificato poiché non sempre c’è un numero sufficiente di insegnanti di educazione fisica qualificati o altri professionisti che possano supportare gli studenti nelle attività sportive. In Italia, la cultura dello sport non è ancora molto diffusa, soprattutto tra i giovani. Questo può essere dovuto a diversi fattori, come la mancanza di tempo libero, la sedentarietà e l’influenza dei media e le scuole e le università spesso non hanno le risorse economiche necessarie per finanziare progetti e attività sportive.
Come viene percepito il ruolo degli insegnanti di educazione fisica all’interno delle scuole italiane? E quali misure potrebbero essere adottate per aumentare il loro peso e la loro importanza nel collegio docenti?
Il ruolo degli insegnanti di educazione fisica nelle scuole italiane è spesso sottovalutato rispetto ad altre discipline. Nonostante l’importanza dell’attività fisica per lo sviluppo dei ragazzi, sia a livello fisico che psicologico, l’educazione fisica non sempre gode dello stesso prestigio di materie come matematica o italiano.
Per aumentare il peso e l’importanza degli insegnanti di educazione fisica nel collegio docenti, si potrebbero adottare diverse misure, in quanto è fondamentale riconoscere il contributo dell’educazione fisica alla formazione integrale degli studenti. Questo può avvenire attraverso campagne di sensibilizzazione, iniziative che valorizzino l’attività fisica e lo sport, e un maggiore coinvolgimento degli insegnanti di educazione fisica nelle decisioni relative alla vita scolastica.
Offrire agli insegnanti di educazione fisica la possibilità di aggiornare costantemente le loro competenze, sia dal punto di vista didattico che sportivo, è fondamentale per garantire un insegnamento di qualità. Favorire la collaborazione tra gli insegnanti di educazione fisica e quelli di altre discipline può aiutare a rendere l’educazione fisica più integrata nel curriculum scolastico e a mostrare come l’attività fisica possa essere collegata ad altre materie.
Mettere a disposizione degli insegnanti di educazione fisica le risorse necessarie (materiali didattici, attrezzature sportive, spazi adeguati) è fondamentale per garantire un insegnamento efficace. Coinvolgere gli insegnanti di educazione fisica nelle decisioni relative all’organizzazione scolastica e alla progettazione didattica può aumentare la loro autonomia e il loro senso di appartenenza alla comunità scolastica.
Potrebbe spiegarci chi è e cosa farà lo “Smart Sport Counselor”? Quali competenze dovrebbero avere queste figure?
Lo Smart Sport Counselor è una nuova figura professionale concepita per supportare gli studenti, le famiglie e gli insegnanti nell’ambito dell’attività fisica e dello sport. Questa figura dovrebbe possedere una vasta gamma di competenze, come quelle pedagogiche per comprendere i bisogni degli studenti, di motivarli e di creare un ambiente di apprendimento positivo. Competenze sportive con l’obiettivo di fornire una solida conoscenza delle diverse discipline sportive, delle tecniche di allenamento e delle regole di gioco. Competenze relazionali, ovvero la capacità di comunicare efficacemente con studenti, famiglie, insegnanti e altri professionisti. Competenze organizzative per pianificare e gestire attività sportive, eventi e progetti.
Il ruolo dello Smart Sport Counselor potrebbe includere:
- Orientamento sportivo: aiutare gli studenti a scegliere lo sport più adatto alle loro caratteristiche e interessi.
- Supporto agli insegnanti: collaborare con gli insegnanti di educazione fisica per sviluppare programmi di attività fisica e sportiva.
- Promozione della salute e del benessere: sensibilizzare gli studenti e le loro famiglie sull’importanza dell’attività fisica per la salute e il benessere.
- Gestione di progetti sportivi: organizzare e gestire progetti sportivi all’interno della scuola e in collaborazione con associazioni sportive esterne.
Come siete arrivati a questa proposta?
La proposta della COP 3 nasce da un’attenta analisi del contesto attuale, caratterizzato da una crescente consapevolezza dell’importanza dell’attività fisica per la salute e il benessere degli individui, ma anche da una serie di criticità legate alla promozione dello sport nelle scuole e nelle università italiane.
Partendo da queste premesse, abbiamo identificato la necessità di creare una figura di riferimento in grado di favorire una maggiore collaborazione tra gli attori coinvolti nel mondo dello sport scolastico: insegnanti di educazione fisica, tecnici sportivi e famiglie.
La figura dello Smart Sport Counselor è emersa come la soluzione più adatta per colmare questo gap e promuovere una cultura sportiva più diffusa e inclusiva, una nuova consapevolezza del ruolo cruciale svolto dal triangolo educativo formato da insegnanti di educazione fisica, tecnici sportivi e famiglie.
Quali sono le principali attività e iniziative che la COP 3 propone di sviluppare per rafforzare l’alleanza tra insegnanti di educazione fisica, tecnici sportivi e famiglie?
La COP n. 3 propone diverse attività e iniziative per rafforzare l’alleanza tra gli attori del “triangolo educativo”:
- Formazione degli Smart Sport Counselor. Attraverso un percorso formativo specifico, gli Smart Sport Counselor acquisiranno le competenze necessarie per svolgere il loro ruolo, tra cui competenze pedagogiche, sportive, relazionali e organizzative.
- Sviluppo di un Kit dello Smart Sport Counselor. Questo kit fornirà agli Smart Sport Counselor gli strumenti e le risorse necessarie per organizzare attività e progetti all’interno delle scuole, come workshop, laboratori e eventi sportivi.
- Attività di co-progettazione. Saranno organizzati momenti di confronto e co-progettazione tra insegnanti, tecnici sportivi e famiglie per definire insieme obiettivi, strategie e azioni da mettere in atto.
- Creazione di una rete di collaborazione. Verrà creata una rete di collaborazione tra le diverse scuole, le associazioni sportive e gli enti territoriali coinvolti nel progetto, per favorire lo scambio di buone pratiche e la diffusione delle iniziative.
- Utilizzo di strumenti innovativi. Saranno utilizzati strumenti innovativi come piattaforme online e app per facilitare la comunicazione, la condivisione di informazioni e la gestione delle attività.
Quali benefici specifici si aspettano dalle attività di co-progettazione e formazione per ciascun attore del triangolo educativo?
Insegnanti di educazione fisica: avrebbero a disposizione un supporto qualificato per lo sviluppo di progetti innovativi, l’organizzazione di attività e la gestione delle classi. Potrebbero inoltre beneficiare di un aggiornamento continuo delle loro competenze.
Tecnici sportivi: potrebbero ampliare la loro rete di contatti e collaborare con le scuole per offrire attività sportive di qualità agli studenti.
Famiglie: avrebbero a disposizione un punto di riferimento per orientarsi nel mondo dello sport e per sostenere i propri figli nella pratica sportiva. Potrebbero inoltre partecipare attivamente alle attività organizzate dalla scuola.
Può parlarci dell’importanza dello storytelling nel promuovere la cultura sportiva e come si pensa di utilizzarlo nel progetto?
Lo storytelling, ovvero l’arte di narrare storie, è uno strumento potentissimo per coinvolgere le persone, suscitare emozioni e ispirare azioni. Nel contesto della promozione della cultura sportiva, lo storytelling può rendere lo sport più accessibile e attraente poiché le storie di atleti, di squadre e di eventi sportivi possono avvicinare le persone allo sport, mostrando come esso possa essere fonte di ispirazione, di crescita personale e di divertimento.
Inoltre, sarebbe fondamentale trasmettere valori importanti attraverso le storie, in quanto è possibile trasmettere valori come la disciplina, il lavoro di squadra, la perseveranza, il rispetto delle regole e la lealtà, che sono fondamentali sia nello sport che nella vita con l’obiettivo che le storie possano favorire la creazione di una comunità di appassionati, che si sentono uniti da una passione comune e che condividono esperienze e valori.
Nel progetto della COP n. 3, lo storytelling sarà utilizzato in diversi modi: storie di successo dove verranno raccolte e condivisi case history di valore di studenti, insegnanti e tecnici sportivi che hanno partecipato a progetti sportivi di enorme rilevanza. Importanti saranno le testimonianze in quanto gli Studenti, atleti e allenatori saranno invitati a condividere le loro esperienze e le loro emozioni legate allo sport.
Verranno, inoltre, realizzati video, podcast e altri contenuti multimediali per raccontare le storie dello sport e per promuovere le attività della comunità cercando di coinvolgere i media locali e nazionali per diffondere le storie e le iniziative del progetto.
Quali sono le prospettive e le prossime tappe previste dalla COP 3 del Progetto?
Le prospettive della Comunità di Pratica n. 3 sono molto positive. Si prevede di:
- Aumentare il numero di Smart Sport Counselor. Formando nuove figure professionali, sarà possibile estendere la portata del progetto e raggiungere un numero sempre maggiore di scuole e di studenti.
- Creare una rete nazionale di scuole attive. Collaborando con le scuole, si potrà creare una rete di scuole che fanno dello sport un elemento fondamentale della propria offerta formativa.
- Sviluppare nuovi progetti e iniziative. Si continuerà a lavorare sulla progettazione e realizzazione di nuove attività e iniziative per promuovere l’attività fisica e lo sport nelle scuole.
Le prossime tappe previste riguardano:
- Il consolidamento della figura dello Smart Sport Counselor: definizione dei profili professionali, sviluppo di percorsi formativi specifici e creazione di una rete nazionale di questi professionisti.
- L’implementazione di progetti pilota: realizzazione di progetti pilota in alcune scuole per testare le diverse iniziative e raccogliere feedback.
- La valutazione dell’impatto del progetto: misurazione degli effetti del progetto sulla pratica sportiva degli studenti, sulla loro salute e sul loro benessere.
Quali sono le principali difficoltà che avete incontrato nel portare avanti questo progetto, e come le avete superate?
Nel corso della realizzazione del progetto, sono state incontrate diverse difficoltà, tra cui alcuni insegnanti e dirigenti scolastici possono essere restii a introdurre nuove modalità di insegnamento e nuove figure professionali. La realizzazione di progetti sportivi richiede spesso risorse economiche che non sempre sono disponibili. Coordinare il lavoro di insegnanti, tecnici sportivi, famiglie e altre figure professionali può essere complesso.
Per superare queste difficoltà, sono state adottate diverse strategie come coinvolgere tutti gli attori fin dalle prime fasi del progetto, comunicando chiaramente gli obiettivi e i benefici attesi, dando agli insegnanti e ai tecnici sportivi la possibilità di partecipare a corsi di formazione e aggiornamento, per aumentare le loro competenze e la loro motivazione. La collaborazione con le associazioni sportive, le federazioni e gli enti locali è un anello straordinariamente importante poiché sarà possibile accedere a nuove risorse e ampliare la rete di contatti. Infine, utilizzando strumenti digitali e piattaforme online, sarà possibile facilitare la comunicazione e la collaborazione tra i diversi attori.
C’è un messaggio che vorrebbe condividere riguardo l’importanza dello sport nelle scuole e nelle università?
Lo sport, ben oltre l’essere un semplice passatempo, è un potente catalizzatore di crescita e sviluppo, soprattutto durante gli anni cruciali della formazione. Praticare attività fisica regolarmente non solo fortifica il corpo, ma nutre anche la mente, promuovendo il benessere psicologico e migliorando le capacità cognitive.
Attraverso lo sport, i giovani imparano a lavorare in squadra, a rispettare le regole, a gestire le emozioni e a superare gli ostacoli, sviluppando così quelle competenze sociali fondamentali per affrontare le sfide della vita. Inoltre, lo sport è un potente strumento di inclusione, capace di abbattere barriere e favorire l’integrazione di persone con diverse abilità, promuovendo un senso di appartenenza e di comunità.
Investire nello sport significa investire nel futuro dei nostri ragazzi, formando cittadini attivi, responsabili e consapevoli, in grado di partecipare attivamente alla vita della società. Il progetto Sports Community e la Comunità di Pratica n. 3 rappresentano un passo significativo verso questo obiettivo, promuovendo la diffusione di una cultura sportiva nelle scuole e nelle università italiane.
Auspichiamo che sempre più istituti scolastici e universitari riconoscano il valore inestimabile dello sport e offrano agli studenti opportunità concrete per praticare attività fisica in modo regolare e vivere esperienze sportive positive.
Lo sport non è solo un’attività fisica, ma un vero e proprio stile di vita che contribuisce a formare individui più sani, felici e preparati ad affrontare le sfide del futuro.
Partecipanti alla tavola rotonda della Comunità di Pratica n. 3 del Progetto Sports Community
Bisogni Fabio | Vicepresidente Università degli studi internazionali di Roma |
Boni Monica | Facilitatrice COP 3 Sports Community |
D’Elicio Riccardo | Presidente CUS Torino |
Gardella Federica Joe | Dottoranda Politecnico di Torino |
Gilli Giorgio | Professore Emerito Università di Torino |
Mancuso Antonino | Coordinatore Regionale del Servizio di educazione fisica e sportiva USR Lazio -MIM |
Mazzone Alberta | OPESCoordinatrice Progetto Sports Community |
Monachello Alessia | Referente Scuole Piemonte Decathlon Italia Srl |
Onorati Manuel | Presidente Fondatore CUS Roma Tor Vergata |
Pastorin Darwin | Giornalista e Autore |
Quaglietti Fabrizio | Docente-Referente OPES |
Righetti Ilaria | Project Manager Italia – B2G Decathlon Italia Srl |
Sinisi Luciana | Socia ALAMA-APS Associazione Laziale Asma e Malattie Allergiche |
Intervista realizzata da Nada Vallone, membro di Giunta OPES aps