Sports Community, scopri le COP: il Kit per incrementare e diffondere la pratica sportiva come strumento per l’innovazione

Le Comunità di Pratica – COP partono da qui, dall’“Incremento e diffusione della pratica sportiva come strumento per l’innovazione delle Comunità territoriali e degli spazi, ipotizzando modelli sostenibili intelligenti, di sviluppo urbano, in grado di creare reti e partnership”. Gli incontri tra le personalità, le realtà, gli stakeholder coinvolti nel progetto Sports Community hanno generato connessioni e creato nuove sinergie al fine di produrre interventi concreti da mettere in atto; gli output delle COP, infatti, non sono solo ipotesi, ma delle idee attuabili che intendono aprire nuovi orizzonti per i cittadini, ma anche per le amministrazioni locali, scuole, impianti sportivi e spazi aperti. 

Sports Community, il progetto di OPES realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e la collaborazione tecnica della SAA – School of Management di Torino, lo ricordiamo si appresta a chiudere il proprio percorso e lo farà a Torino i prossimi 18 e 19 settembre, quando – all’Educatorio della Provvidenza prima, in sede alla SAA poi – verranno presentate le restituzioni delle cinque Comunità di Pratica che hanno caratterizzato l’iniziativa. 

COP e nuovi modelli di sviluppo urbano

Si parte sempre dalle buone pratiche e dagli interventi virtuosi che hanno saputo riqualificare il territorio, dare nuova vita agli spazi e innovarsi in base anche alle esigenze che cambiano. Uno su tutti è il Parco Verde di Caivano (clicca qui per approfondire). La Comunità di Pratica numero uno, coordinata da Rossella Macchione, quindi, ha studiato il contesto, anche attraverso le risposte fornite dai survey sottoposti in fase iniziale, e ha prodotto quanto segue: il Kit Insieme per lo Sport. Hanno lavorato a questa particolare attività: Lucia Abbinate, Vicepresidente Kreact, Gianni Andrea Belgrano, Presidente associazione Circolo Vele Vernazzolesi, Nicola Brotto, Coordinatore programma sport per lo sviluppo di Fondazione UNICEF, Walter Celletti, Progettista (esperto innovazione sociale), Vincenzo Curatola, Presidente Forumsad, Giovanni Ferrero, Direttore CPD, Sergio Pecchini, avvocato, ed Elena Scognamiglio, Chief Impact Officer di Italiacamp. 

Questo team ha quindi valutato il ruolo chiave degli stakeholder istituzionali (autorità locali, fondazioni, ecc.) per stimolare il partenariato e la collaborazione tra i diversi attori dell’ecosistema sportivo. Ha altresì preso in considerazione  l’importanza dei luoghi e degli spazi come elemento per costruire e rafforzare la collaborazione interdisciplinare, nonché in generale delle forme di sostegno operativo che gli attori del territorio possono fornire. 

Seguendo quindi tale ragionamento si è anche pensato alla necessità di fornire formazione e sviluppo delle competenze, in particolar modo quelle che riguardano la progettazione e la managerialità. 

Il target

Osservato dunque il piano di lavoro, l’attenzione del gruppo è stata rivolta poi al target interessato da questi particolari interventi. Per quanto riguarda il target diretto si è fatto riferimento alle autorità locali, in modo particolare all’assessore dello sport che rappresenta una figura chiave per dare sostanza a quanto prodotto dalla COP. 

Esiste anche un target indiretto che si riferisce a diversi attori dell’ecosistema sportivo a livello locale. Altri stakeholder rilevanti sono le Fondazioni (bancarie o di altro tipo) e gli sponsor privati, che hanno risorse e possono sostenere le progettualità anche sensibilizzando dipendenti o clienti.

Il Kit “Insieme per lo Sport”

La proposta della COP è quindi quella di realizzare il Kit operativo “Insieme per lo Sport”, che contenga una serie di materiali utili per aiutare l’amministrazione comunale a individuare e mettere a disposizione spazi e servizi, liberi e gratuiti, a una serie di soggetti presenti sul territorio che si occupano di promozione dell’attività sportiva e del benessere.

A loro volta tali soggetti dovranno impegnarsi a sviluppare sul territorio iniziative condivise in logica collaborativa. Pertanto l’output prodotto mira a promuovere l’interconnessione di diversi soggetti, assumere un approccio inclusivo a tutto tondo e tenere conto della sostenibilità economica e ambientale in fasi di sviluppo. 

All’interno del Kit sono stati previsti i seguenti documenti: una guida introduttiva (che ha il compito di indicare l’approccio da utilizzare e l’importanza della personalizzazione per ogni singola situazione); come valutare gli stakeholder locali (ovvero la realizzazione di uno schema di riferimento per mappare gli spazi presenti sul territorio, comprendere i bisogni dei diversi stakeholder e trovare l’abbinamento tra quello che il territorio offre e le iniziative auspicate); Linee guida per stendere un accordo associativo di co-programmazione tra diversi soggetti al fine di favorirne la collaborazione; attività di formazione (indicazioni su come sostenere il progetto nel tempo coinvolgendo anche lo staff dell’ente pubblico in raccordo, magari, con Università o ETS che già erogano formazione su questi temi. In breve, tale materiale si pone l’obiettivo di istruire su come sostenere un processo di formazione in tal senso); infine, le Linee guida per il monitoraggio degli impatti dell’utilizzo degli spazi (Lo strumento di valutazione può avere diversi livelli di complessità con una struttura più o meno approfondita; meglio utilizzando degli strumenti di gestione. Si possono formare la PA e gli enti del territorio. In alcuni casi può diventare un prerequisito all’interno di un bando che prevede l’analisi dell’impatto sociale).

Comunicare il Kit

La comunicazione rappresenta un altro dei focus di questa iniziativa. Il team che compone la COP precisa infatti che le informazioni devono essere veicolate nel modo più diretto e fruibile possibile. Si è quindi ipotizzato la realizzazione di un sito web ad hoc, ma anche di opuscoli divulgativi, per chi non ha troppa dimestichezza con il digitale. Al fine di diffondere al meglio e il più possibile buone pratiche indicate dall’attività, potrebbero essere organizzate delle tavole rotonde con gli stakeholder locali che possono avere interesse per questo tipo di progettualità.

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